GIUGNO - Supercella nel bergamasco, 16 giugno Stampa
Scritto da Vale   
Venerdì 17 Giugno 2016 10:34

Al mattino mi trovo con William Demasi e Matteo Pratesi, ancora indecisi sul target odierno. Nel pomeriggio l'avvicinarsi di un fronte dovrebbe innescare temporali sia in Piemonte sia più a est. Particolare attenzione è proprio sulle zone più orientali dove, stando ai lam, vi è una sovrapposizione di ingredienti molto pericolosi per la genesi di fenomeni intensi. La sera prima sembrava che la zona del mantovano fosse favorita per l'innesco di temporali supercellulari con possibilità per la formazione di eventi vorticosi, ma con gli aggiornamenti mattutini questa possibilità viene messa molto in discussione. Come zona di possibile innesco si evidenzia ora il pavese/lodigiano, mentre resta sempre anche il target più occidentale sul novarese/vercellese, anche se le perplessità a riguardo di questa zona sono numerose. Le temperature sono piuttosto basse, così come anche la possibilità di schiarite durature, dunque il CAPE resterà molto esiguo e considerando il forte getto presente in quota, il tutto potrebbe concludersi in veloci e intensi rovesci con qualche colpo di tuono che non riescono a organizzarsi o che vengono sopraffatti dall'intenso flusso in quota in breve tempo.
Dunque decidiamo di portarci a est di Milano, per essere in posizione su una eventuale cella in rapida risalita da SW. Arriviamo sino a Caravaggio e attendiamo. Non siamo sicuri che un temporale riuscirà a svilupparsi, ma sicuro è che se lo farà si sposterà molto rapidamente verso nord-est e, considerando il forte vento già presente al suolo da sud-est, oltre ad avere caratteristiche supercellulari potrà avere possibilità per lo sviluppo di un tornado. Unica perplessità a riguardo di questa potenzialità è nuovamente il basso CAPE presente (qui a est c'è qualche schiarita in più che a ovest, ma come livelli energetici siamo comunque relativamente bassi) che in associazione a venti così forti potrebbe sfavorire tale eventualità.
Restiamo in attesa diverse ore, poi ci spostiamo un pò più a est vedendo al satellite la formazione di cumuli più a SE.
Intanto in Piemonte sono in atto numerosi temporali, ma non particolarmente organizzati, caratterizzati per lo più da intensi rovesci in rapido spostamento a nord-est.
Ad un certo punto una cella nasce nel pavese, sul bordo SE della linea di temporali in avanzata da ovest. In pochi scatti radar si intensifica e si sposta rapidamente verso nord-est. Appare subito chiaro come stia assumendo connotati supercellulari, dunque ci muoviamo per intercettarla. Siamo in dubbio se muoverci lungo la nuova autostrada A35 o prendere la A4 e intercettare il temporale nel bergamasco. Alla fine prendiamo la A4, semplicemente riflettendo sul fatto che statisticamente quando le supercelle arrivano in quella zona finiscono per intensificarsi ulteriormente, forse proprio risentendo della vicinanza delle montagne.
Quando arriviamo verso Palazzolo proviamo a cercare dei punti di osservazione nei campi, ma è letteralmente impossibile. Non conoscendo la zona non riusciamo a trovare alcun punto con visibilità: alberi, case, capannoni, tralicci ovunque. Giriamo a vuoto per quasi 40 minuti, ripassando tutto il Rosario conosciuto. Intanto vediamo spuntare le imponenti correnti ascensionali a SW di noi e questo incrementa maggiormente il nervosismo. Arriviamo sino a Grumello e cerchiamo di trovare almeno lì una visuale dalle colline. Non appena troviamo un punto ci fermiamo dalla disperazione, anche se ci rendiamo conto che siamo troppo distanti, ma non sappiamo se proseguendo troveremo nuovamente visuale, dunque avendo paura di questa eventualità deponiamo lì le armi. Speriamo che la cella, risentendo delle montagne, devii anche solo di un paio di km più a est, quanto basterebbe per avere visuale migliore. Ciò però non accade e la supercella si infila come un treno nelle Alpi, schiantandosi e morendo. Abbiamo comunque visuale sul temporale, anche se in posizione certamente non ottimale e più distante di quanto vorremmo. Il mesociclone è imponente e si vedono striature molto marcate. In effetti in questa zona la supercella si è ulteriormente intensificata come avevamo pensato, peccato che le zone non consentono di muoversi come si vorrebbe. L'updraft è talmente inclinato che il suo top è ormai ben sulle Alpi mentre la base è ancora in pianura. Per tutto il tempo di osservazione un spira un forte vento di inflow (combinato al preesistente low level jet da SE).
Restiamo lì fino a che la cella si è completamente infilata nelle montagne.

L'imponente struttura del cumulonembo da distante

 

Ultimo aggiornamento Lunedì 20 Giugno 2016 18:47
 

We use cookies to improve our website and your experience when using it. Cookies used for the essential operation of the site have already been set. To find out more about the cookies we use and how to delete them, see our privacy policy.

I accept cookies from this site.

EU Cookie Directive Module Information